Cosenza, Spadafora e Pastore: "Oss Ospedale Cosenza, situazione emblematica mali sanità"

"Stiamo seguendo con particolare apprensione, in questi giorni, la vicenda degli ottanta Oss dell'ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza che rischiano di essere mandati a casa. Riteniamo infatti che questa situazione sia emblematica di tutti i mali che affliggono la sanità calabrese che purtroppo risalgono nel tempo. Sul piatto di questa vicenda ci sono infatti i vizi antichi della vecchia politica che ha utilizzato per anni molti operatori della sanità come serbatoio di voti facendoli passare da un contratto a termine all'altro, da una proroga all'altra infischiandosene dell'efficienza del servizio e della dignità delle persone e interessandosi solo al proprio risultato elettorale".
E' quanto sostengono Loredana Francesca Pastore, Assessore Attività Produttive Città di Cosenza e Gisberto Spadafora, Consigliere Comunale Città di Cosenza.

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"Abbiamo avuto modo di incontrare alcuni di loro e siamo rimasti sinceramente colpiti dai loro volti segnati dall'angoscia e dalla rabbia di vedersi negato il futuro dopo quasi vent'anni di costante precarietà. Eppure all'Annunziata c'è una incredibile necessità di queste figure, così come tante altre, al punto che molti Oss a volte sopperiscono alla carenza di altri operatori professionali attraverso attività che non sono di loro stretta competenza. Come si fa quindi a mandare in mezzo a una strada padri e madri di famiglia, che la nostra sanità ha formato a spese della collettività, quando il nostro ospedale ha pesanti buchi di organico? Ci auguriamo che la nuova manager dell'azienda, Giuseppina Panizzoli, che viene indicata da tanti come persona capace e sensibile, riesca a trovare una soluzione definitiva per questi lavoratori perché qui si sta giocando sulla pelle delle persone intese come operatori e come pazienti. È ora di avere una programmazione seria, non possiamo più vivere alla giornata creando incertezza nei servizi e nelle famiglie.
Qui entriamo nel secondo aspetto che ci racconta questa vicenda e cioè il vuoto assoluto prodotto dal Decreto Calabria dopo i roboanti annunci del Movimento 5 Stelle. La rivoluzione promessa non solo non c'è stata, ma non è nemmeno partita. Le assunzioni promesse non si sono viste, anzi paradossalmente, a Cosenza come a Catanzaro, operatori qualificati vengono tagliati fuori dal comparto; tutte le nostre aziende sanitarie sono piombate per mesi in una vera e propria paralisi amministrativa, abbiamo assistito solo a dimissioni dopo dimissioni dei reggenti facenti funzione; ogni giorno leggiamo sui giornali di reparti ospedalieri che chiudono per mancanza di personale o di strumentazioni. Il tutto mentre i pochi operatori sanitari in servizio lavorano a ritmi insostenibili e la fiducia dei cittadini verso il settore diminuisce ogni giorno di più. Crediamo sia arrivato il momento di smetterla di usare come un bancomat politico la sanità. Serve un rinnovamento vero del settore, servono con urgenza investimenti in risorse umane e in tecnologia. Purtroppo in questi quattro anni e mezzo la Regione ha prodotto solo uno sterile braccio di ferro col Commissario e i Governi che si sono succeduti solo tagli e aumenti di tasse. Siamo sicuri che quando Mario Occhiuto diventerà presidente della giunta regionale saprà avviare una interlocuzione decisiva con Roma e riorganizzera il settore a partire da un potenziamento vero dell'offerta sanitaria territoriale attraverso una nuova valorizzazione anche dei medici di famiglia. Per quanto ci riguarda da cittadini prima ancora che da rappresentanti istituzionali seguiremo con attenzione la vertenza degli Oss della nostra città che fa il paio con quella dei precari di Catanzaro. Sarebbe utile che tutti facessimo quadrato intorno a queste vicende perché da cittadini dobbiamo pretendere una sanità degna di questo nome. Per averla pensiamo sia indispensabile arrivare ad una sorta di patto fra cittadini e operatori sanitari per fare fronte comune nel chiedere il rispetto della dignità di tutti. In Calabria abbiamo bisogno innanzitutto di assunzioni che servono per migliorare i servizi in una terra, fra l'altro, affamata di occupazione. Altro che tagli su tagli".